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Giorni 9 e 10: la traversata del Lago Sheivand e l'area Barz & Schuarz

Leonardo Paolino

Leonardo Paolino, 2 maggio 2017 | Life in Extra

Sabato 29 Aprile

Quella di sabato, sarebbe dovuta essere una tappa di riposo: inizialmente, infatti, si pensava di non pedalare per niente; tuttavia, nel corso della giornata le cose sono cambiate.

Dopo aver percorso circa 65 km in automobile, ci siamo fermati in un piccolo villaggio per fare un po' di spesa e preparare da mangiare. Ripreso il viaggio in auto, dopo pochi km, siamo giunti in cima ad una collina dalla quale potevamo ammirare un panorama mozzafiato. Oltre ad un numero davvero ingente di querce, scorgevamo il lago sottostante, il Lago Sheivand.

 

Abbiamo, quindi, deciso di scendere in bici sull'asfalto e di attraversare il lago con il traghetto. La discesa da percorrere era davvero molto ripida, il che (non ve lo nego!) ci ha creato un po' di ansia perché, in alcuni punti del tragitto, le curve erano davvero molto strette, in contropendenza, ed i tornanti erano completamente esposti sul burrone. Ad aggiungere difficoltà al percorso, anche il vento molto forte.

Mano a mano che scendevamo, il paesaggio diventava sempre più spettacolare, con gole dove si intravedevano case di pietre e fango lungo le pendici, nel bel mezzo di una natura quasi incontaminata.

 

Arrivati al lago, ci siamo imbarcati su una chiatta per attraversarlo. Ci siamo poi addentrati all'interno di una natura sempre più impressionante dal punto di vista dell'intensità dei colori, caratterizzata dalla presenza di alberi che tappezzano la montagna e la vallata: querce, soltanto un numero indefinito di querce, di importanti dimensioni che rendono il paesaggio inconfondibile. Prati verdissimi, animali al pascolo, e sullo sfondo il lago di un blu intenso, in forte contrasto col verde delle colline.

Giunti ad un'altitudine di oltre 1000 metri sopra il livello del lago, appare davanti a noi un panorama mozzafiato che, per la forte presenza di tornanti che sembrano non finire mai, ci ha ricordato la salita al Passo dello Stelvio.

Dopo pochi km di discesa, siamo arrivati in un piccolissimo villaggio di pastori, chiamato Adoor, dove abbiamo trascorso la notte, presso la dimora di alcune persone del posto. Nonostante i 1300-1400 metri di altitudine, l'aria era molto tiepida. Stremati, dopo una cena molto gustosa a baso di riso e verdure, ci siamo addormentati. 

 

Domenica 30 Aprile

Domenica è stata una giornata di totale relax, dedicata al recupero delle energie.

Mi sono alzato alle 6 ed ho subito fatto una passeggiata con Sara e Gigi. Abbiamo incontrato alcuni bambini che, alle 6.30 del mattino, si incamminavano a piedi verso la scuola media più vicina, che si trova a 4 km di distanza dal villaggio.

Nel villaggio di Adoor si trova, infatti, solo una piccola scuola elementare, costituita da una specie di container, dove ogni mattina un unico maestro viene a fare lezione a tutti i bambini, che si raccolgono in un unico ambiente: in prima fila, si dispongono i bambini della prima elementare; in seconda fila quelli di seconda e così via, fino al sesto grado scolastico.

 

Siamo andati a trovarli e, grazie a Sara e Yaghoob che hanno svolto il ruolo di interprete, abbiamo avuto l'occasione di parlare con i bambini e il maestro. È stato bellissimo ascoltare le loro domande e, soprattutto, le loro risposte

Più tardi, con Gigi e Angelo, passeggiando, abbiamo raccolto dei cardi e li abbiamo portati a casa per cucinarli con i nostri host. Li abbiamo mangiati per pranzo, alle 16.30 circa, insieme ad un capretto che era stato macellato la mattina stessa dai pastori del villaggio.

Una bellissima giornata di riposo, necessaria per affrontare le prossime tappe, molto impegnative, che prevederanno circa 80-90 km di percorso in mtb al giorno.

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